La scelta di intraprendere un percorso formativo rilevante e impegnativo come un Master post laurea, rappresenta una scelta di vita importante, se non altro per il forte investimento che richiede: sia a livello economico che di tempo.
Le proposte sul mercato sono centinaia, gli strumenti a disposizione per orientarsi scarsissimi e il prezzo da pagare decisamente alto. Questo fa sin che scegliere il master giusto sia, spesso, un’impresa.
Ecco un piccolo vademecum di 9 semplici consigli da tener a mente nel momento della scelta finale. Un Vademecum redatto sulla base delle indicazioni fornite da ASFOR (associazione per la formazione manageriale) l’unico ente che, in Italia, certifica a livello internazionale la qualità dei master attivati nell’ambito del management aziendale.
Parametri attraverso i quali valutare la qualità di un corso e di un ente formativo, utilizzabili come test preliminare per valutare l’ente formativo prescelto, prima di effettuare l’iscrizione.
È importante:
1) Precedenti edizioni: verificare l’esistenza di precedenti edizioni; la storicità di un Master, infatti, è indice di rapporti e processi già avviati, programmi già consolidati, stabilità e solidità della formazione;
2) Il rapporto con il tessuto produttivo: capire se la scuola ha alle spalle associazioni di industriali o gruppi di imprese che possano facilitare il successivo passaggio al lavoro. I rapporti con Ia rete produttiva non deve limitarsi alla sola disponibilità di accogliere tirocinanti ma deve esplicarsi anche nella fase di progettazione didattica, in interventi in aula e, di conseguenza, nella definizione del progetto di stage.
3) Lo stage: è una delle motivazioni principali nella scelta di intraprendere un percorso post laurea. È importante che esista un giusto equilibrio tra attività d’aula e formazione on the job. Per i corsi in General Management, ASFOR ha stabilito, ad esempio, minimo 500 ore effettive di aula e 400 in azienda.
4) La selezione degli studenti: nella maggior parte dei casi, il master è un percorso di specializzazione e, come tale, deve effettuare una verifica dei requisiti dei candidati rispetto alla formazione preliminare, oltre che sondare le potenzialità del candidato. Qualora ciò non sia richiesto, o non adeguatamente accertato, è ben possibile che il vero obiettivo degli organizzatori sia semplicemente quello di fare cassa con le rette degli studenti.
5) Chiarezza degli obiettivi: oltre a specificare il tipo di utenti a cui è rivolto, il master deve offrire massima trasparenza sulle finalità, sui contenuti e sulle metodologie di insegnamento adottate, «che in nessun caso possono essere una mera riproposizione dell’esperienza universitaria».
6) Docenti: Una Scuola seria deve potersi avvalere di un corpo docente non solo preparato e capace di trasferire le proprie competenze ma anche stabile nel tempo, intorno al quale ruotano una serie di esperti di formazione. «È bene non lasciarsi abbagliare dal grande nome che magari interviene solo alla lezione inaugurale» è il consiglio di Meda.
7) Presenza di un Tutor didattico e di un coordinatore di progetto, importante interfaccia con la direzione, nonché figure incaricate di facilitare il processo di apprendimento degli studenti.
8) Costo: se è vero che un buon corso non può scendere al di sotto di una certa soglia di prezzo, un costo elevato non è di per sé garanzia di qualità. In tal senso la possibilità di ottenere una borsa di studio o anche un finanziamento è non sia un’opportunità di risparmio, sia una garanzia ulteriore circa la serietà e l’impegno degli organizzatori.
9) Placement: una delle domande a cui una scuola deve saper rispondere senza ambiguità è la percentuale di allievi che, dopo lo stage, hanno ottenuto un contratto di lavoro, che non significa includere nel placement anche nuovi stage o la proroga dello stesso. Fermo restando «che i master non devono essere scambiati per agenzie di collocamento e che il livello di partecipazione del candidato resta sempre un elemento determinate», precisa Meda, le Scuole devono prevedere un servizio di accompagnamento degli allievi non occupati, attraverso un opportuno processo di job placement.